Numerouno


Basso elettrico Numerouno


Si tratta del primo (e per ora unico) basso elettrico e del secondo strumento che ho realizzato. Il design non è sicuramente originale, ma l'ho disegnato io, cercando di riprodurre, volutamente a memoria, il vecchio basso Aria Pro II che ho usato da giovane nei pochi mesi in cui ho fatto il bassista in sala da ballo, il mio unico periodo da musicista "professionista" (non che fossi un musicista, ero comunque uno strimpellatore, ma in quel momento era la mia unica fonte di guadagno), prima di abbandonare ogni velleità artistica e rassegnarmi a fare un lavoro "serio". Appena ho smesso di suonare in sala da ballo ho venduto il basso e sono tornato alla chitarra, il mio strumento, ma mi è sempre rimasta la voglia ogni tanto di far vibrare le "corde grosse", e quindi ho pensato di fare questo basso (che poi, per motivi vari, in realtà ho destinato in regalo a uno dei miei nipoti).


Il fatto che fossi all'inizio della mia attività liuteristica si vede chiaramente dal banco vuoto e ancora sgombro dal sedimento di anni di acquisti di attrezzi, attrezzini e materiali vari (alcuni assolutamente indispensabili, ma la maggior parte perfettamente inutili) che adesso ingombrano ogni minimo spazio. Volendo fare una costruzione neck-thru, ed essendo privo di attrezzature (le cose più tecnologiche erano un trapano a colonna e un pialletto del brico), mi sono fatto preparare da un cliente molto gentile e disponibile che ha una falegnameria, sia il sandwich per il manico che i blocchi di mogano e acero per il body. Veramente all'inizio questi erano destinati ad una replica di Les Paul, ma siccome l'acero non era bookmatched, perchè mi sembrava una richiesta eccessiva, li ho destinati al basso, ma poichè l'acero mi sembrava troppo bianco, l'ho messo sul retro.



All'epoca ero un po' diffidente sulla tenuta della colla, e l'alifatica non faceva eccezione, quindi per andare sul sicuro ho pensato bene di aiutarla a tenere insieme lo strumento con tre spine di faggio opportunamente piazzate su entrambe le "ali" (sai che figura se sul più bello del concerto mi si scolla un'ala e mi si disfa il basso tra le mani? No no, meglio andare sul sicuro!).



Ed ecco il progetto in carne ed ossa... pardon, in carta e inchiostro. Stampato a pezzi su fogli A3 (il massimo disponibile senza spendere una follia di stamperia) e poi accuratamente giuntati con lo scotch mi faceva sentire molto professionale.



Sfiga all'ok corral (ovvero, quando gli attrezzi non ci sono ci si ingegna come si può).

Non avendo nè sega a nastro nè fresa, ho pensato bene di tracciare il profilo del body e di sforacchiarlo col trapano a colonna.

Mi sembrava una buona idea.

Dopo aver fatto più di 200 fori su una tavola da 5 cm, con la punta del trapano che dopo un po' aveva perso il filo (e a tutt'oggi ne risente) ho capito che, se mai avessi fatto ancora degli strumenti, la vera buona idea sarebbe stata comprarmi una fresatrice ad immersione, cosa che ho puntualmente fatto prima di mettere mano allo strumento successivo.



Comunque, pur maturando via via la consapevolezza che il mio trapano a colonna mi avrebbe odiato per sempre per questo, alla fine ci sono riuscito. E se mai avessi avuto ancora dei dubbi sull'acquisto di una fresa, tagliare i diaframmi tra un foro e l'altro e spianarli prima a scalpello e poi a raspa quei dubbi me li avrebbe fatti scomparire come neve al sole.



Della costruzione non ho altre foto, ero troppo impegnato a non fare errori per potermi distrarre con le foto. Basti sapere che, non avendo una fresa, gli scassi per i pick up e l'elettronica li ho fatti a mano con trapano e scalpello.
Così come ho fatto a mano anche lo scavo di 5 mm per alloggiare il ponte, dato che quando sono andato a montarlo mi sono reso conto che l'action sarebbe stata altissima, perchè in fase di progettazione non avevo pensato a misurare l'altezza delle sellette...

Parafrasando il detto secondo cui si chiama "esperienza" la somma delle cazzate a cui uno è sopravvissuto, si potrebbe dire che in questo campo si chiama "esperienza" la somma delle cazzate nonostante le quali si riesce comunque a fare uno strumento che suoni (e per i prossimi strumenti se ne inventeranno di nuove...).






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