La Tortuga Pequeña


Costruzione di un ukulele soprano di nome La Tortuga Pequeña

Cominciamo col primo tentativo di costruire una rosetta decente. Il tentativo iniziale era di una banale rosetta a scacchi, che ho tentato di costruire utilizzando dei piallacci per il "ceppo". Risultato dell'esperienza: i piallacci NON vanno bene per questo lavoro, troppo friabili, servono dei veri filetti di legno. Nella foto il primo tentativo di incollare la rosetta sulla tavola. In effetti si è incollata, ma quando sono andato a spianarla le tessere si sono sfaldate miseramente.




Prudentemente avevo posizionato il contorno della tavola armonica abbastanza vicino al bordo della tavoletta di abete, che era abbastanza grande da concedermi un secondo tentativo accostando il contorno della tavola armonica al bordo opposto. Stavolta ho optato per una rosetta ricavata da una striscia di noce, lo sfrido di una fascia di chitarra, e per renderla un po'originale l'ho disegnata e ritagliata con i bordi decentrati, utilizzando un taglierino a compasso autocostruito.




Ecco la rosetta ritagliata e bordata prima di incollarla. Lo scavo nella tavola l'ho realizzato incidendo nell'abete i due cerchi, interno ed esterno, con lo stesso taglierino a compasso utilizzato per ritagliare la rosetta dal noce e poi l'ho scavato a scalpello. Nella seconda foto la fase di incollaggio, fatto con la pressa a stecche, e dove si vede anche la precedente malriuscita rosetta, e nella terza foto il risultato. Tutto sommato soddisfacente, considerando l'attrezzatura che ho utilizzato e le piccole dimensioni della rosetta (50 mm di diametro).





Incollaggio della paletta, fatta col classico metodo "a fetta di salame".




Incollaggio dei blocchi per il tacco. Ho utilizzato il tacco alla spagnola, perchè in generale lo trovo meno macchinoso da realizzare: una volta fatti correttamente i tagli corrispondenti all'esterno delle fasce, il resto è meno critico ed eventuali errori possono essere facilmente corretti lavorando sui cunei usati per incastrare le fasce. Per la coda di rondine invece avrei dovuto procurarmi prima di tutto la coppia di dime complementari per poter fare tenone e mortasa perfettamente combacianti, e poi una fresa a coda di rondine più piccola di quella che si usa per le chitarre, date le dimensioni ridotte del tacco. Non è stato semplice lavorare a scalpello un tacco così piccolo, ma sempre meglio che impazzire con i piallacci per aggiustare eventuali imperfezioni dell'incastro.



Incollaggio delle catene e del rinforzo sottoponte usando la pressa a stecche e il risultato finale, mostrato durante l'incollaggio dello zocchetto inferiore.




Ed ecco il tacco alla spagnola. Si vedono chiaramente gli slot che alloggiano la parte finale delle fasce ed i cunei che fungono da incastro delle fasce (ovviamente sono incollati, ma avevano un'ottima tenuta anche senza la colla).



Prima di tutto verifico la corretta corrispondenza della tavola armonica con le fasce prima di tagliarle a misura, poi procedo ad incollare la tavola armonica. Prima naturalmente avevo incollato le controfasce alle fasce, ma di questa fase non ho foto.







Incollaggio del fondo, ma prima realizzo i fori per l'elettronica, applico le graffe interne che serviranno poi per fissare i cavi in modo da bloccarli, verifico che i cablaggi siano corretti, e che, soprattutto, si possano fare anche a cassa chiusa attraverso i fori dell'elettronica e la buca. Questa parte è di fondamentale importanza e va verificata scrupolosamente, perchè un errore potrebbe significare dover scollare il fondo e reincollarlo.







E' il momento dei binding. Per i binding ho utilizzato lo stesso noce che ho usato per la rosetta, si tratta di ritagli di fasce di un'altra chitarra in costruzione. Li ho tagliati dal ritaglio di fascia con la giapponese, e poi li ho portati allo spessore di circa 2 mm utilizzando il pialletto del brico a cui avevo applicato sotto due spessori da 2 mm.




Ho fresato i canali del binding. Era la prima volta che utilizzavo la mia rifilatrice nuova per questo lavoro, e devo ammettere che un minimo di apprensione c'era, soprattutto perchè sono andato a mano. Per questo lavoro spesso si usa costruire un supporto per la rifilatrice, in modo che l'utensile rimane fermo e fisso, e viene mosso lo strumento, appoggiandolo al cuscinetto guida. Devo dire che (grazie anche alla fresa nuova di zecca e affilatissima) è andato tutto liscio e senza strappi o scheggiature, ed ho potuto incollare i binding (quarta foto).






Tastiera: l'ho ricavata tagliando a metà un blank di palissandro per chitarra, tanto ho già il materiale per un secondo ukulele e quindi utilizzo entrambe le metà. Per portarla allo spessore adatto (da 9 a 5 mm, ma sono stato abbondante), ho usato la safe-t-planer e poi ho rifinito a pialla, e devo dire che la safe-t-planer si è comportata egregiamente anche su spessori relativamente ridotti come quello della tastiera. Poi però ho commesso un errore tracciando il disegno della tastiera, tenendola più stretta al capotasto di circa 6 mm (mentre la misura era giusta al 12° tasto). Ma non mi piace buttare il legno, quindi dopo avere scartato un po' di soluzioni alternative (tra cui, confesso, quella di restringere il manico al capotasto...), ho ristretto a pialla la tastiera, in modo che fosse più stretta di 3 mm per lato in tutta la sua lunghezza, ed ho applicato due strisce di piallaccio chiaro e due altre strisce di palissandro ricavate dagli sfridi, realizzando l'elegante(?) filetto che vedete nelle foto. Poi ho applicato i segnatasti di abalone ed ho chiuso la filettatura anche sul bordo inferiore.

(P.S. la striscia di legno che si vede incollata al 13° tasto nella seconda foto, è lì perchè mi sono accorto di avere tagliato lo slot del 13° tasto spostato di circa un mm, quindi ho ricavato una strisciolina di palissandro che ho incollato per chiudere lo slot, e l'ho rifatto nella posizione corretta. La strisciolina finisce sotto il tasto e non si vede niente, per cui se non ve l'avessi detto non lo avreste mai saputo :) )




Infine mi sono reso conto che lo spazio tra il 15° tasto e la fine della tastiera (che volevo arrivasse a sovrapporsi alla rosetta), esteticamente non era una grande bellezza, dava l'impressione che mi fossi dimenticato di mettere qualche tasto... Quindi ho pensato di fare un intarsio. L'idea iniziale era un ananas (originale, vero?), poi però quando ho appoggiato il pezzo che doveva essere il frutto, la sua forma mi ha fatto venire in mente il carapace di una tartaruga... ho recuperato qualche ritaglio di abalone (non butto mai i ritagli, possono sempre servire...), ed ecco come è nata "La Tortuga Pequeña"!


Il procedimento che uso per l'intarsio è questo: una volta tagliati, limati e adattati i pezzi, compongo la figura definitiva su alcune strisce di nastro adesivo di carta, dove le incollo con la cianoacrilica. Poi trasferisco il nastro di carta adesiva sulla superficie da intarsiare, in questo caso la tastiera, in modo da posizionare esattamente al proprio posto la figura. Con un bisturi taglio il nastro seguendo accuratamente i contorni della figura, e tolgo il nastro superfluo, così mi rimane solo la figura. Delicatamente ripasso col bisturi i contorni della figura alcune volte, finchè sono sicuro di averli intagliati nel legno, ma poichè non si è mai sicuri, prima di togliere la figura ripasso in matita tutta l'area circostante, in modo da avere un ulteriore riferimento visivo. A questo punto realizzo lo scasso con bistruri, scalpello e minifrese, e incollo l'intarsio al suo posto con epossidica caricata con la polvere del legno su cui vado a realizzare l'intarsio.






E questo è il risultato finale.



A questo punto ho incollato la tastiera, e una volta incollata la tastiera giù di vastringa e raspa per dare la forma al manico. Generalmente preferisco manici non esageratamente sottili ma comunque agili, con una sezione dal profilo ovale con "spalle" piuttosto basse, con curve che arrivano ad includere parte della tastiera (senza arrivare agli estremi dei V-neck). In questo caso però non ho spinto molto, perchè il manico è già piccolissimo di suo, rispetto ad una chitarra o ad un basso e già di suo tende a "scapparmi".






Ho tagliato la paletta e ho sagomato la corona con la forma che uso di solito, ed ora è pronto per la gommalacca. Per la verniciatura mi sono imposto di non avere fretta e mi sono preso tutto il tempo necessario. Come turapori ho usato pomice a secco e pomice in gommalacca. Poi sei sessioni di gommalacca decerata a tampone, dando quattro mani per sessione ad una distanza di 1-2 ore l'una dall'altra.
Ho iniziato con una soluzione 20/100 (due sessioni), poi sono passato alla 10/100, ma ho avuto troppa fretta, ho aspettato solo un giorno, e quindi in alcuni punti ho tolto più che aggiungere. Quindi ho lasciato tutto fermo per una settimana, poi un'altra sessione con la 20/100 per ripristinare lo strato, 4-5 giorni di attesa, poi sono tornato alla 10/100 e a questo punto il lucido ha cominciato a venir fuori bene. Ancora alcuni giorni di attesa e infine l'ultima sessione con soluzione 10/100, che ad ogni mano ho diluito con alcool (non saprei dare una proprozione precisa, sono andato un po' a sensazione, a seconda di come sentivo il tampone.

La decerata (essendo per l'appunto priva di cera) non è molto scorrevole, quindi dalla terza sessione, quando sono stato sicuro che tutte le zone fossero protette dalla vernice, ho iniziato ad aggiungere qualche goccia di olio paglierino al tampone per farlo scorrere meglio.




Per il ponte ho cercato una soluzione che evitasse di lasciare in vista le corde, come invece succede nella chitarra classica. Quindi ho ricavato la barretta del ponte da uno spezzone del blank della tastiera che era rimasto allo spessore originario di 9 mm. La soluzione che ho adottato per legare le corde è stata quella di creare delle "tasche" sotto il ponte, aperte sul lato opposto alla tastiera e una fessura sopra il ponte in corrispondenza di ciascuna tasca. Le tasche sono destinate ad ospitare e nascondere alla vista il nodo che farò all'estremità della corda, e la corda arriverà all'osso del ponte passando nelle fessure, che bloccheranno il nodo.

L'alloggiamento dell'osso l'ho fatto passante, perchè il ponte non è molto alto e deve ospitare sotto l'osso anche il piezo sottoponte, quindi ho sfruttato al massimo l'altezza disponibile per dare un sufficiente supporto all'osso in contrasto alla trazione esercitata dalle corde nella direzione della paletta.

Per il posizionamento del ponte ho applicato del nastro adesivo di carta all'area della tavola nella zona del ponte, poi ho creato un aggancio per una corda sfruttando il foro per l'elettronica alla base dello strumento, ho appoggiato il ponticello in posizione, con un osso provvisorio, e ho teso la corda. Quindi ho spostato il ponticello sulla tavola finchè l'armonico suonato al 12° tasto non ha avuto la stessa intonazione della corda suonata al 12° tasto, a quel punto ho tagliato con un bisturi il nastro di carta seguendo il contorno del ponticello, ho smontato tutto, ho tolto la porzione di nastro che stava sotto il ponticello, ho rasierato la zona riportandola a legno e ho incollato il ponticello in posizione.




Ed ecco infine la Tortuga!







Home Liuteria